佛罗伦萨 · 整套loft · 1室1床1.0卫 · 可住2人 · Santa Croce Tanner's Loft
Il Loft si trova nel cuore di Firenze all'interno della splendida ed affascinante piazza Santa Croce a 5 minuti da tutte le Situato all'interno di uno bellissimo palazzo dei primi del 500 all'interno si trovano dei meravigliosi affreschi, sul soffitto, in stile floreale fiorentino. L'edificio prospetta anche sul Lungarno delle Grazie, dove meglio si apprezza l'elegante palazzina del fotografo Giacomo Brogi che qui ebbe i propri studi.All arrivo ci saranno 5€ a persona per asciugamani e lenzuola Il palazzo e la strada in cui si trova il Loft richiamano la storia che ha fatto da padrona in questo quartiere.
Check-in is simple. Bernardo responded quickly. The house is clean and modern. And location is great, with many restaurants within walking distance.
Super nice stay! Easy check-in instructions and just a few steps from the old town. We had a wonderful time in the heart of Florence! The apartment is really nice with high ceilings and much space, super as we had big pieces of luggage. Would definitely recommend that place:)
Our stay in Florence was perfect. The condo was located within walking distance to what we wanted to see. The place was clean, and the hosts were very responsive. Would stay here again!
STORIA:
La strada si era formata, nella città dell'XI-XII secolo, appena fuori dalla Porta ai Buoi nella "cerchia antica" del XII secolo, porta così chiamata poiché all'esterno di essa si teneva regolarmente un mercato del bestiame. Alla fine del XIII secolo ed entro l'inizio del XIV la zona fu inglobata nelle mura di Arnolfo e fu in prevalenza destinata, per la sua vicinanza all'Arno, a tutta quella serie di lavorazioni poco nobili, che necessitavano di un costante afflusso d'acqua.
In particolare su questa sponda si concentravano, fino alle mura, gli opifici dei tintori, coloro cioè che coloravano i tessuti (soprattutto lana e seta), che poi venivano esportati a caro prezzo. La tintura necessitava di ammoniaca per il fissaggio dei colori e questa era ottenuta esclusivamente dall'urina, rendendo le tintorie particolarmente maleodoranti e sgradevoli. Inoltre richiedeva molta acqua per le operazioni di lavaggio e risciacquo. Sebbene la creazione di un'Arte dei Tintori fu cosa tarda e limitata nel tempo, il loro mestiere era indispensabile alle potenti corporazioni dell'Arte della Lana e della Seta, per questo riuscirono ad ottenere la concessione di uno stemma proprio. I Tintori avevano poi, nell'attuale via delle Casine, un complesso di edifici che ospitavano l'Università dei Tintori, lo spedale di Sant'Onofrio, una chiesa e ampi orti. Scavi archeologici hanno rinvenuto in questa zona tracce di vasche di tintura, canali di scolo e forni. Prima della costruzione del lungarno delle Grazie infatti la zona era solcata da prese d'acqua, volte, cateratte, gore e canaletti, in cui l'acqua, macchiata delle più varie tinte e spesso maleodorante, veniva risputata verso l'Arno nella totale assenza di fognature.
Inizialmente la strada si chiamò "Borgo dei Tintori", quali i tipici agglomerati di case lungo le direttrici uscenti dalle porte cittadine. Cambiò nome in "corso" quando vi si iniziò ad organizzare, ogni 12 giugno festa di sant'Onofrio anacoreta, un palio in cui gareggiavano i cavalli, gli asini e i muli utilizzati quotidianamente dal tintori per trasportare le balle dei tessuti. Il palio di Sant'Onofrio non era importante come la corsa dei barberi, ma era, fra quelli secondari, uno dei più seguiti.
Nel primo Cinquecento, fino al 1523, visse in questa strada il Rosso Fiorentino, che qui studiò il cartone dell'Assunzione di Maria nel chiostrino dei Voti della Santissima Annunziata. La sua casa confinava con gli orti di Santa Croce e oggi non esiste più da quando venne realizzata la Biblioteca nazionale centrale. Vasari raccontò un aneddoto sull'artista, che possedeva una scimmia, un "bertuccione", ammaestrato a calarsi lungo una pergola fino ad arrivare a rubare l'uva dei frati. Quando un guardiano scoprì il ladrocinio seguì l'animale e vistolo sulla pergola la scosse "con tal forza, che fece uscire dalle buche le pertiche e le canne, onde la pergola e il bertuccione ruinarono addosso al frate".
Con la perdita di importanza delle attività manifatturiere, dal XVI secolo iniziarono a chiudere le botteghe e la zona fu "risanata" col suggello della costruzione di nuovi grandi palazzi: le attività più sgradevoli vennero confinate nelle zone più periferiche entro le mura.
In Corso Tintori ebbe la prima residenza fiorentina il giovane Gabriele d'Annunzio, in cui soggiornava durante i congedi dal Collegio Cicognini di Prato, presso una donna che lui chiamò "fanciulla Malinconia". La zona e il tabernacolo nella volta dei Tintori furono descritti nell'opera Le faville del maglio. Anche Vasco Pratolini ambientò in questa strada alcune parti del suo Metello (1952).
La strada terminava al Canto degli Alberti, tra palazzo Corsi-Horne, già Alberti, ricordati da uno stemma vicino alla cantonata, e palazzo Mancini. Qui si riuniva nel XVI secolo la Potenza del Signore dei Tintori, una delle potenze festeggianti fiorentine, la quale aveva come stemma un paiolo col fuoco acceso sotto in campo bianco, ovvero il "vagello", usato appunto nel processo della tintura di alcuni particolari colori.
Da il Loft gli ospiti potranno raggiungere qualsiasi museo, chiesa o parco anche a piedi in pochissimi minuti.
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